Gustosi, colorati e storici: i dolci natalizi tipici partenopei

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dolci natale naopletani

Mustaccioli, Roccocò, Raffiuoli e tanti altri, i dolci natalizi partenopei sono tra i più cercati e rinomati in circolazione. Pieni di gusto e tradizionali, abbelliscono la nostra tavola e i nostri palati

A Napoli il Natale è una festività presa in maniera molto seria, non solo per la tradizione dell’arte presepiale, iconica in tutto il mondo, ma anche per la gastronomia. Zuppe, pranzi e cene tipiche, ma possiamo trovare anche dei gustosissimi dolci a fare da padroni.

Che siano aromatizzati. Fatti di cioccolato e al miele, questi accontenteranno tutti i palati, poiché non devono mai mancare sulla tavola durante le feste. La loro storia è piuttosto variegata, da monaci che allietavano le gole degli aristocratici fino a venderli all’esterno. Le suore, per esempio, a Napoli avevano l’odore della pastiera, della sfogliatella e del cioccolato, quasi come abili pasticceri.

Alcune di queste leccornie sono arrivate in prestito da precedenti storici, per le feste di ricorrenze verso divinità, che, nel corso dei secoli sono prima state convertite al cristianesimo e poi sono arrivate, con eventuali modifiche ai giorni nostri. Per i dolci natalizi invece, le ricette spesso passavano per le abbazie, tra i vari conventi, in quanto le badesse provenivano spesso da case aristocratiche, creando un curioso legame tra i ceti.

Nei dolci natalizi si può notare una ricorrenza di ingredienti: come le mandorle, la zucca candita, cioccolato fuso, il miele e il naspro di cioccolato. Altro ingrediente, curioso, è il pisto, un mix di spezie che comprende cannella, chiodi di garofalo, pepe, noce moscata, anice stellato e semi di coriandolo.

Ecco qui alcuni dei più famosi dolci napoletani natalizi

I Mustaccioli sono tra i più famosi dolci natalizi, in passato veniva realizzato con il mosto dell’uva. Semplice e ma lungo da preparare, la sua ricetta consiste in una pasta dura arricchita di pisto e miele glassati al cioccolato.

L’altro dolce famoso e subito legato alla tradizione napoletana sono i Roccocò, durissimi da mangiare, ma buonissimi di sapore. Essi sono a forma di ciambella e il suo nome è legato al movimento artistico “rococò”, entrambi derivanti dal francese rocaille, cioè un elemento di decoro a forma di roccia o conchiglia. Anche qui troviamo il pisto napoletano, insieme a mandorle e buccia d’arancia. Si pensa che sia nato intorno al 1320 grazie a delle Monache del Real Convento della Maddalena. Per mangiarlo come si deve, sarebbe opportuno intingerlo nel vino o in un liquore, come il marsala.

Uno dei più iconici, che assolutamente non devono mancare sono gli Struffoli. Simili a dolci spagnoli e abruzzesi, si trattano di palline che vengano fritte in abbondante olio e cosparse di miele, zucchero e zuccherini colorati, chiamati in dialetto “diavulilli”. Nell’impasto spesso viene aggiunto il liquore, come per esempio lo Strega di Benevento.

Altro dolce antico e tipico delle feste sono i Raffiuoli o cassatine napoletane. Sembra che siano stati ideati dalle monache del Convento di San Gregorio Armeno, ispirate dai ravioli di pasta delle loro consorelle del Nord, trasformandolo però in dolce. La loro ricette è piuttosto particolare, un disco di pan di spagna, un velo di marmellata di albicocche nasprato di glassa di zucchero bianca. Si può trovare anche una variante che ricorda le cassate, con dischi di pasta che sono farciti con crema di ricotta dolce, cioccolato e canditi.

I Susamielli, sta volta merito delle suore clarisse, in origine dovevano essere realizzati con il sesamo, sasamielli si dovevano chiamare. Questi biscotti dolci sono composti di farina, miele, mandorle e nuovamente il pisto. C’erano 3 identità del dolce: i susamielli nobili, con glassa di zucchero e buccia d’arancia lavorata, i susamielli per i zampognari, fatti con gli scarti, e i susamielli del buon cammino, farciti di marmellata e dati ai fedeli.

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