Il Piemonte pronto a diventare la Capitale Mondiale del Cibo

Trasformare la regione in una vera e propria Food Valley, valorizzando le eccellenze del territorio e creando nuove opportunità per giovani, ricercatori, aziende, produttori, ristoratori e commercianti

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World Food Capital

Il comitato promotore di Torino-Piemonte World Food Capital lancia la sfida per la rinascita della regione

Creare una cabina di regia che metta a sistema tutti gli attori della filiera del cibo – dall’industria all’agricoltura, dalla formazione alla ricerca, dalla cultura al commercio, dall’artigianato alla ristorazione, dal commercio all’ospitalità – e che promuova il Piemonte come Capitale Mondiale del Food: è questo il progetto presentato oggi dal Comitato Promotore Torino-Piemonte World Food Capital, nato con l’obiettivo di valorizzare le potenzialità del territorio piemontese e trasformare il Piemonte in una Food Valley.

Un movimento che parte dal basso: la nascita di Torino-Piemonte World Food Capital

Guardando agli esempi virtuosi del passato e prendendo spunto da tutti quei movimenti nati dal basso che sono stati in grado di coinvolgere migliaia di persone e generare cambiamento, il Comitato Promotore di Torino-Piemonte World Food Capital intende coinvolgere gli abitanti delle otto province piemontesi per dare voce ai singoli territori, creando un dialogo che tocchi tutti gli ambiti in cui opera il food – dal design alla nutraceutica, dall’innovazione nel packaging alla creazione di percorsi museali dedicati, dallo studio di un’agricoltura più sostenibile ai più importanti congressi mondiali sull’enogastronomia, dalla ricerca scientifica alla ristorazione.

Federico Francesco Ferrero
Federico Francesco Ferrero

Nato da un percorso durato oltre sette anni il Comitato Promotore si è strutturato nel 2021 sotto forma di associazione senza fini di lucro ad opera di quattro soci fondatori, tra cui il presidente Federico Francesco Ferrero e il vicepresidente Mauro Sironi, che rappresentano le oltre cento persone che in questi anni si sono confrontate periodicamente sul tema. Ambasciatrice del progetto è la sciatrice cuneese Marta Bassino, campionessa mondiale nello slalom parallelo e vincitrice della Coppa del Mondo di slalom gigante 2021.

Marta Bassino
Marta Bassino

Nuove opportunità per il territorio

In questa prima fase di lavoro sarà importante per il Comitato Promotore di Torino-Piemonte World Food Capital raccogliere le risorse e i consensi attorno a questa grande sfida, allo scopo di costituire una Fondazione che possa mettere il food al servizio dello sviluppo economico e sociale del territorio piemontese. Questo consentirà, infatti, di porsi obiettivi specifici, come creare nuove opportunità di investimento per le aziende, sostenere l’imprenditoria giovanile in campo agricolo e alimentare, attraendo talenti da altre parti di Italia e dall’estero, garantire la salvaguardia della biodiversità agricola e delle eccellenze artigianali alimentari. Ma saranno tenute in considerazione anche la ricerca, l’applicazione di conoscenza alle imprese del cibo e la protezione dell’ambiente, con l’intento di ridurre il consumo di risorse e promuovere pratiche di produzione e consumo più consapevoli secondo gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

A questo proposito, è stata lanciata una petizione su change.org, attiva fino al 30 aprile, con la quale il Comitato Promotore di Torino-Piemonte World Food Capital intende chiedere alle istituzioni locali e nazionali che almeno il 10% dei fondi europei assegnati alla Regione Piemonte – Recovery Fund, PSR-programma settennale di sviluppo rurale, PNRR-piano nazionale ripresa e resilienza, programmi europei React e Next Generation Eu – sia destinato a finanziare questo progetto. Il progetto potrà inoltre essere sostenuto dalle donazioni effettuate da tutti i soggetti interessati, in particolare aziende e attori del mondo food coinvolti direttamente nell’iniziativa, e da ogni singolo cittadino che voglia contribuire al cambiamento del territorio in cui vive.

I numeri del distretto piemontese del food

In Piemonte – regione che ha visto nascere alcune tra i più importanti brand alimentari del Paese e reti collaborative di rilevanza internazionale come Slow Food, che ospita il paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato nominato patrimonio dell’umanità dall’Unesco e che, a partire dalla filiera automotive, ha saputo creare innovazione in ogni settore – l’economia del cibo genera ogni anno 8 miliardi di euro. Nella regione sono attive 50.600 aziende agricole che coltivano 900.000 ettari, di cui 49.000 a biologico. Quasi 4.390 imprese, pari al 7% del totale nazionale, operano su questo territorio, insieme a 11.618 negozi alimentari e 28.028 bar e ristoranti. Complessivamente il comparto food piemontese impiega 242.000 addetti. Professionisti dell’ambito che si sono formati in larga misura nei 55 istituti professionali e alberghieri dedicati ad agricoltura ed enogastronomia o grazie ai 30 corsi di laurea, 3 di dottorato e 5 master dedicati a questo mondo, capaci di produrre più di 5.500 pubblicazioni scientifiche internazionali. Qui, dove sono state fondate la prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo e il Salone del Gusto, sono ospitate 345 fiere del cibo, di cui 8 internazionali, e 6 musei tematici.

Dalla mappatura alla promozione: la roadmap della Fondazione

La roadmap prevede in una prima fase la mappatura dell’esistente attraverso un’indagine qualitativa e quantitativa sul Piemonte focalizzata su 8 ambiti (formazione e ricerca, cultura, industria, agricoltura, artigianato, ristorazione, commercio e ospitalità). Successivamente si procederà con l’aggregazione dei rappresentanti di tutte le varie spinte che riguardano il cibo piemontese e la progettazione partecipata attraverso tavoli di lavoro che traccino una visione a lungo termine coinvolgendo più attori della filiera, trasversalmente o a gruppi. Un passaggio fondamentale sarà poi la certificazione delle realtà e dei prodotti che seguono le linee guida del progetto World Food Capital e che sono quindi meritevoli di essere inserite tra le eccellenze della Capitale Mondiale del Cibo. Infine si procederà con la promozione dell’iniziativa, favorendo il contatto tra domanda e offerta, interna ed esterna, e la pubblicizzazione dell’auto-candidatura del Piemonte come Capitale Mondiale del Cibo e delle opportunità al grande pubblico nazionale e internazionale. La frammentazione delle esperienze territoriali è, infatti, il primo nodo che si intende superare mettendo in campo una campagna di comunicazione rivolta in prima battuta soprattutto al territorio piemontese, consapevole solo in parte del reale valore delle proprie eccellenze. Il Comitato Promotore si propone quindi con un ruolo di facilitatore di questo processo, che punta a portare un riconoscimento globale all’intera regione del Piemonte come World Food Capital.

Federico Francesco Ferrero
Federico Francesco Ferrero

“Trasformeremo il Piemonte nella Capitale Mondiale del Food, per garantire alla regione un nuovo sviluppo e assicurare alle generazioni future nuovi stimoli, benessere e prospettive – spiega Federico Francesco Ferrero, Presidente Torino-Piemonte World Food Capital – Vogliamo creare una Food Valley capace di raccogliere investimenti, trattenere i giovani, attrarre viaggiatori, richiamare lavoratori e nuovi cittadini verso un territorio già ricco di esperienze ed eccellenze, che vanno integrate tra loro e comunicate con coerenza. Uniti, noi piemontesi, sapremo vincere la sfida di specializzare tutta la nostra regione sul food in tutte le sue sfaccettature e renderla un punto di riferimento internazionale”.

“Sostengo questo progetto perché sono certa che potrà garantire ai giovani della mia regione un futuro di soddisfazioni e successi internazionali – racconta Marta Bassino, campionessa mondiale nello slalom parallelo e nello slalom gigante 2021 e Ambasciatrice di Torino-Piemonte World Food Capital – Come Ambasciatrice di Torino-Piemonte World Food Capital spero di infondere in tutti i piemontesi la fiducia che, con la determinazione, nessun traguardo è troppo ambizioso, neppure quello di diventare la Capitale Mondiale del Cibo”.

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