Tito 2020 di Tenuta Villa Rovere sul podio di Winehunter.it

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Tenuta Villa Rovere

Premiati anche il Nocino Terre di Romagna dell’Azienda Agricola San Martino.  Una cantina giovane che punta sui vitigni internazionali nel cuore della Romagna collinare: un progetto dell’imprenditore riminese Alessandro Annibali e del figlio Tito

Bollino rosso (punteggio 90-92,99) per il Tito 2020 Forlì Igt di Tenuta Villa Rovere nella categoria Wine. Altro bollino rosso per il Nocino Terre di Romagna dell’azienda agricola San Martino nella categoria Spirits. Doppio podio di prestigio per la Romagna del vino e la filiera delle noci del territorio facenti capo all’imprenditore riminese Alessandro Annibali nell’ambito di WineHunter.it, la guida ai prodotti di eccellenza presenti al Merano WineFestival (4-7 Novembre 2022).

Tenuta Villa Rovere nasce come progetto enologico dell’Azienda Agricola San Martino. Una cantina relativamente giovane ma che sta crescendo grazie alla passione di una famiglia legata al territorio ed alle sue eccellenze.

Un clos naturale racchiuso tra il fiume Montone e il Canale dei Mulini, su terreni franco limosi, fatti di sabbie ricche di silicio e ciottoli, dallo scheletro austero, sottile, delimitati da alberi ad alto fusto. Un terroir che rende difficile e sofferta la crescita della vigna, e che al contempo consente la nascita di vini unici e distintivi.  Un microclima pedecollinare che trasferisce sentori particolari alle uve di Sauvignon, Merlot, Syrah e Cabernet Sauvignon che lì trovano dimora. Una scelta controcorrente, quella dei vitigni internazionali, che solo di recente ha visto l’inserimento in gamma di un Sangiovese Superiore Riserva che uscirà nel 2024, ottenuto con uve provenienti da una vigna di oltre 30 anni di vita che giace su terreni ricchi di argille blu a 300 mt di altitudine, situata a Predappio Alta, nella zona più pregiata per il Sangiovese di Romagna, la sottozona Predappio. La produzione dei vini di Tenuta di Villa Rovere è diventata un progetto enologico importante che, partendo dalla produzione di vini internazionali, solo di recente ha riscoperto, nelle antiche terre di famiglia a Signolo (Predappio Alta) il valore del Sangiovese. Una particolarità, tutti i vini sono dedicati a un membro della famiglia, per connotare l’identità del brand ed il legame con il territorio.

Tradizione ma anche innovazione con una scelta controcorrente, quella di puntare su uvaggi internazionali quali il Cabernet, il Sauvignon, il Merlot e il Syrah. Gli impianti sono a Cordone Speronato i rossi e a Guyot i bianchi, con una densità di 4.500 ceppi per ettaro, perfettamente orientati Nord/Sud, con due fiumi, il Montone e il Canale dei Mulini che li circondano a 360° ed un laghetto al centro della vigna che consente di mantenere una spiccata biodiversità ed uno sbalzo termico significativo anche in estate,  utile alla creazione dei particolari sentori dei vini di Tenuta Villa Rovere. Le viti beneficiano anche di una leggera influenza del mare Adriatico che dista solo 30 km a nord/est.

LA GAMMA – Il Tito 2020, blend di Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese, premiato nell’ambito del Merano Winehunter, è la punta di diamante di una produzione che nasce nel 2010 per poi evolvere  con la nascita della nuova piccola cantina, quasi un laboratorio, nel 2020, investimento voluto da Alessandro Annibali col figlio Tito per avere il massimo controllo di tutto il processo di trasformazione delle uve, che vengono rigorosamente raccolte a mano.

Il Tito, premiato nell’ambito del Winehunter di Merano, necessita almeno di 18 mesi di invecchiamento per ammorbidire i decisi tannini del Cabernet, presente per il 70% e per esaltare i profumi derivanti dal Merlot e dal Sangiovese presenti in piccole quantità, utilizzando grandi botti da 2.000 lt prodotte in Austria dalla ditta Pauscha e piccole barriques di rovere francese fornite dal maestro bottaio francese Seguin Moreau per ottenere un vino di 13,5°, adatto all’invecchiamento e dai sentori erbacei, rotondi e ben definiti.

Tonneaux di rovere caucasico da 500lt sono utilizzate e per affinare il Pirro, un 100% Merlot con 13° e rotondità spiccate, con sentori di frutti rossi, ciliegie, marasche e tamarindo.

Il  Giulì, uno syrah  in purezza, ha note speziate e assai intriganti per un vino di pronta beva che fa solo acciaio per 6 mesi con una gradazione alcolica contenuta ( 12,5 ), che lo rende una facile e piacevole beva a tutto pasto, anche servito fresco a 16° con piatti a base di pesce azzurro.

Il Sauvignon blanc Nanì , affinato in piccola parte in tonneau da 500 lt di rovere francese, ha una gradazione alcolica di 12,5° con spiccati sentori di pompelmo e fiori bianchi, sapido, fresco, facile da bere e da godere.

Altro prodotto premiato nell’ambito del Winehunter Award, nella categoria Spirit, il Nocino “Terre di Romagna” ,  prodotto con le Noci di Romagna, coltivate nella Azienda Agricola San Martino in un territorio che, già nel toponimo San Lorenzo in Noceto, area limitrofa all’azienda, richiama tradizioni secolari di una forte vocazione a questa coltivazione.  Il Nocino “Terre di Romagna” viene preparato secondo l’antica tradizione contadina e l’interpretazione di una delle più note ricette dell’Artusi: le noci verdi, raccolte a mano la notte di San Giovanni (24 Giugno) quando il guscio ancora non si è formato, vengono affettate e messe in infusione in alcool denaturato dove restano a macerare per un anno. Trascorso questo periodo il macerato viene pressato in torchi di legno per estrarre l’infuso e lasciato riposare per altri 6 mesi; dopo di che viene arricchito con spezie e zucchero per poi essere lasciato riposare per altri 6 mesi in cisterne di acciaio. Passati 2 anni il prodotto così ottenuto viene filtrato e messo in bottiglia per dar vita ad un infuso a 40° dal profumo di mallo verde e dal sentore di miele conferitogli dalle noci Chandler con cui viene realizzato.

Un prodotto della tradizione romagnola da rilanciare nella nostra gastronomia regionale, servito anche freddo come fine pasto o come guarnizione per dolci e piatti particolari.

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