Dalla Motogp alla cantina: il progetto che unisce Giannitessari e Raimante

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Gianni Tessari ed Enrico Raimondo

Dal riutilizzo di sfridi di carbonio e altri materiali di scarto dell’industria dei motori nascono bottiglie in pezzi unici al mondo, esclusive e sostenibili

Un progetto di economia circolare tesse una rete virtuosa tra l’azienda agricola Giannitessari di Roncà (Verona) e Raimante, società fondata da Enrico Raimondo con sede a Montecchio Maggiore (Vicenza) che detiene il brevetto dell’omonimo materiale con cui realizza esemplari unici di bottiglie a partire da residui di lavorazione.

Per Giannitessari, Raimante ha racchiuso il Lessini Durello Extra Brut in bottiglie di grande formato – da 2 e 3 litri con capsule ed etichette ad hoc – create interamente a mano, dalla fase di laminazione su stampo a quella di trattamento superficiale esterno e interno. Il raimante è un materiale estremamente innovativo e a impatto zero: non nasce da un processo di riciclo, che implica in certa misura inquinamento, bensì di riutilizzo, con la reintroduzione degli sfridi nella filiera produttiva, riducendo così l’impatto ambientale dovuto allo smaltimento di rifiuti catalogati come speciali. Gli residui di lavorazione in carbonio, kevlar, fibra di lino e fibra di vetro giungono dal mondo della MotoGP, della Formula 1 e delle Supercar ma anche dal settore aeronautico e ciclistico.

“Il progetto di Enrico Raimondo ci ha conquistati per audacia, sensibilità e concretezza – dichiara Gianni Tessari – I vantaggi che il vino trae dall’impiego del raimante, infatti, risultano moltissimi: le bottiglie sono infrangibili, pesano solo 450 grammi e nessuna fonte di luce le attraversa. Inoltre resistono a una pressione interna superiore ai 15 bar, quindi per il nostro Lessini Durello sono perfette”.

Grazie all’alta maestria artigianale, dagli sfridi nascono solo pezzi unici, eleganti e irripetibili poiché i residui di laminazione delle fibre composite sono tutti diversi. “Ho coinvolto Gianni Tessari perché entrambi impostiamo il nostro lavoro su obiettivi di eccellenza e tutela dell’ambiente – spiega Enrico Raimondo – Inoltre credo molto nella collaborazione tra aziende del territorio. Insieme possiamo elevare e promuovere con maggior forza la raffinatezza della manifattura veneta, rappresentata da prodotti iconici in cui convergono attenzione alla sostenibilità e gusto estetico”.

Le bottiglie in raimante sono anche un modo per il produttore vinicolo di mantenere attivo il rapporto con il cliente, il quale può rendere il vuoto perché venga nuovamente riempito, in un’ottica di riutilizzo e di nutrimento del valore dell’oggetto nel tempo.

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