Dal 27 al 29 novembre 2021 è tornato a Piacenza Expo il Mercato dei Vini dei Vignaioli indipendenti, custodi di una viticoltura autentica; un bilancio decisamente positivo per questa decima edizione molto attesa che – dopo lo stop forzato del 2020 – è risultata carica di entusiasmo, voglia di ripartire e di pensare al futuro.
Ben 674 i Vignaioli Indipendenti presenti a cui si sono unite tre delegazioni ospiti, i Vignerons Indépendant francesi, la BAIW – Bulgarian Association of Indipendent Winegrowers, i Vignaioli Indipendenti della Slovenia (ZDVVS) e la neonata FIOI – Federazione Italiana Olivicoltori.
Tante le tematiche affrontate durante questa tre giorni, in primis il focus verso la transizione dell’agricoltura verso pratiche sempre più sostenibili, per tutelare il territorio e preservare l’ecosistema. FIVI4Future: sostenibilità, biodiversità e ricerca; i Vignaioli coltivano la ricerca è infatti il progetto strategico pluriennale lanciato dalla Federazione, articolato in numerose azioni che mettono al centro la sostenibilità ambientale e la tutela della biodiversità nei vigneti, premiato dalla Guida Essenziale di DoctorWine come Premio Progetto Qualità 2022.
“Il nostro impegno verso l’ambiente – commenta Matilde Poggi, Presidente della FIVI – si declina in ogni aspetto, non solo in campagna e in cantina, ma anche nelle scelte organizzative più ecologiche, in occasione dei nostri eventi. Di concerto con Piacenza Expo abbiamo scelto di non stampare il catalogo, ma di integrarlo in versione digitale nell’App FIVI, che diventerà così uno strumento a tutto tondo per muoversi nel mondo dei Vignaioli Indipendenti. L’attenzione all’ambiente comincia dalle piccole cose e quest’anno al Mercato, oltre alla classica raccolta differenziata, abbiamo deciso di promuovere anche il riciclo totale dei tappi con lo scopo di diffondere sempre di più la cultura dell’economia circolare”.
Diversi gli appuntamenti di approfondimento, per capire meglio chi sono e come lavorano i Vignaioli che aderiscono alla FIVI, tra cui l’interessante degustazione incentrata sull’Etna: I vini del vulcano. Un territorio “abusato” nell’ultimo periodo, ma da approfondire e conoscere da vicino. Un incontro reso però coinvolgente e speciale dal racconto di Salvo Foti, che ha subito sottolineato la differenza nel fare vini etnei o fare vini sull’Etna. “L’obiettivo che dovremmo avere di più tutti – ha affermato Salvo Foti – è quello di avere una certa etica ed il rispetto fattivo del territorio e dei suoi abitanti. Oltre ad essere un’azienda vitivinicola, noi dei Vigneri siamo una Maestranza di vitivinicoltori autoctoni etnei, operiamo da più di 30 anni sull’Etna. Il nostro lavoro tradizionale in vigna e cantina, è stato da sempre supportato da piccole innovazioni, e da una ricerca antropologica, tecnica e storica sul territorio. La filosofia di produzione è: “Il vino Umano prodotto dall’Uomo per l’Uomo nel rispetto dell’Uomo e dell’Ambiente”. I vigneti si trovano in tre diversi zone del Vulcano e in differenti altitudini, al fine di coltivare ogni vitigno autoctono nel proprio specifico luogo in cui esso, anticamente, è stato selezionato o introdotto. La nostra cantina di vinificazione è un antico Palmento etneo in pietra lavica, dove, come da sempre si è fatto sull’Etna, produciamo il nostro vino. Bellissima la sua definizione di “Vini Umani”, che per lui è la continuazione delle pratiche agricole e viticole degli avi, attraverso l’uso dell’antico sistema dell’Alberello e del Palmento. I Vigneri prima di tutto è un progetto umano in cui alcune aziende hanno condiviso e coinvolto giovani e vecchi viticoltori in nome della salvaguardia delle antiche maestranze e nel rispetto non solo del territorio, ma delle persone. Io opero sempre una distinzione fra i vini dell’uomo e i vini degli uomini.
Altra prospettiva quella su cui si è incentrata la masterclass che si è svolta nella giornata di domenica mattina: Castelli di Jesi e Matelica: quasi amici – Il Verdicchio tra storia e strategie per il futuro. In questo caso i vignaioli Ampelio Bucci e Aldo Cifola, due padri nobili del Verdicchio, hanno raccontato i rispettivi territori tra analogie e differenze, storia e strategie, di fronte all’imminente rivoluzione nei disciplinari.
Inoltre, il vignaiolo marchigiano Ampelio Bucci, ha ricevuto il premio, intitolato a Leonildo Pieropan, di “Vignaiolo dell’anno” per la Federazione Italiana Vignaioli. Ampelio Bucci inizia la sua storia dalle campagne marchigiane. La FIVI è nata e cresciuta anche grazie al suo esempio autorevole: Ampelio Bucci fa parte di quel gruppo di produttori visionari da cui più di dieci anni fa è nata la Federazione. Docente di marketing ma avverso alle mode, Ampelio è un vignaiolo che ama il confronto, che grazie alla sua proverbiale ironia porta l’interlocutore a superare i pregiudizi, a guardare le cose da punti di vista diversi, a mettere sempre in discussione le proprie convinzioni per prendere scelte consapevoli.
Indipendenti.
I Vignaioli Indipendenti hanno inoltre incontrato il Sottosegretario al Mercato di Piacenza e presentato un dossier di proposte ritenute prioritarie per il settore. L’incontro è stata l’occasione per la FIVI di presentare all’attenzione del Sottosegretario un dossier d’intervento su alcuni aspetti ritenuti problematici per il lavoro quotidiano della categoria. I temi principali su cui i Vignaioli hanno cercato il confronto, oltre alla rappresentatività all’interno dei Consorzi, sono stati la semplificazione burocratica e la legge per il contenimento del consumo del suolo agricolo.
Il Sottosegretario Centinaio ha sottolineato come durante la pandemia il settore dell’agroalimentare sia stato uno dei pochi in crescita e ha annunciato l’arrivo di 25 milioni di euro in più per la promozione del settore vino. Il primo punto presentato nel dossier è un tema molto importante e discusso dalla FIVI: la necessità di rivedere il criterio di rappresentanza nei Consorzi di tutela attualmente in vigore, con l’obiettivo di dare voce a tutti gli attori. Infatti attualmente la normativa vigente (DM 232/2018, art. 8) stabilisce che i voti siano attribuiti in funzione della produzione vitivinicola dell’anno precedente, senza alcuna attenzione al numero di produttori. FIVI è tornata a chiedere anche un’effettiva semplificazione delle procedure burocratiche, che richiedono sempre più tempo per il loro assolvimento. Gli oneri affrontati quotidianamente dai vignaioli sono numerosi e sembra che il processo di digitalizzazione viaggi in senso contrario rispetto alla semplificazione. Si è chiesto inoltre di tutelare il consumo di suolo delle aree viticole pregiate, che ogni anno si vedono ridotte, riaprendo i lavori per il disegno di legge per il contenimento del consumo del suolo.
“L’incontro con il Sottosegretario Gian Marco Centinaio qui al Mercato dei Vini è stato un importante momento di confronto, che ci auguriamo avrà presto riscontro concreto nell’apertura del tavolo auspicato dal Sottosegretario – commenta Matilde Poggi, Presidente della FIVI – La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti si impegna quotidianamente a portare avanti gli interessi dei Vignaioli, attori della filiera che svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo di una produzione vitivinicola di qualità, sostenibile ed etica così come nella tutela del territorio e nella produzione”.